Onorevoli Colleghi! - Circa 1.200 lavoratori del Ministero degli affari esteri - la maggior parte di essi cittadini italiani o comunitari - non hanno la facoltà di esercitare liberamente i loro diritti sindacali.
Questi lavoratori non sono destinatari della contrattazione collettiva e non possono eleggere le rappresentanze sindacali unitarie (RSU).
La Costituzione della Repubblica italiana garantisce ai lavoratori, indipendentemente dalla natura del loro contratto di lavoro, la possibilità di partecipare alla vita sindacale e di eleggere le proprie rappresentanze sindacali.
In occasione delle ultime elezioni delle RSU, su un contingente di oltre 2.500 impiegati a contratto, solo il 50 per cento circa ha avuto il diritto di partecipare attivamente e passivamente alla elezione di propri rappresentanti sindacali.
L'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), infatti, ha determinato che solo i destinatari del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) possono partecipare alle elezioni delle RSU, escludendo pertanto dal diritto di voto gli impiegati in possesso di un contratto regolato dalla legge locale.
Tale grave discriminazione, in stridente contrasto con i princìpi costituzionali - articolo 3 della Costituzione - e con i princìpi comunitari, non tiene conto dello spirito del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 (attualmente decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165), con il quale il legislatore ha inteso garantire la partecipazione di tutti i lavoratori alle consultazioni